21 Gen Tutti i vantaggi della coltura idroponica
La pianta da interno curata tramite coltura idroponica si presenta:
- Non mi devi annaffiare per un mese.
- Non porto batteri.
- Sono molto più resistente delle piante in terra.
Tutti argomenti forti e veritieri, come comprovato da miriadi di studi e confronti che hanno favorito la diffusione – ormai ampissima – delle piante idroponiche in ambienti ospedalieri, pubblici e alberghieri, oltre che privati, soprattutto nei paesi dell’Europa settentrionale, dove c’è grande attenzione a questi aspetti.
Vediamo perché e come beneficiarne.
Cos’è la coltura idroponica
Sembra una contraddizione, ma coltivare senza terra è possibile. D’altra parte le piante non si nutrono di terra, ma dei sali minerali in essa disciolti tramite annaffiatura o acqua piovana. Basterà quindi mettere a disposizione della pianta una soluzione acquosa nella quale sono disciolti ioni, potassio, ammonio fosfato e nitrato e aggiungere un materiale inerte, solitamente l’argilla espansa, avente la funzione di sostegno della pianta e il gioco sarà fatto.
La coltura idroponica, anche detta idrocoltura o più comunemente coltura senza terra, è tutto questo, vale a dire un sistema alternativo alla coltura in terra per coltivare e mantenere ogni tipo di pianta, a partire dalle piante ornamentali da appartamento e da ufficio, per finire con gli ortaggi in serra, tanto da essere oggi considerata una nuova frontiera nella produzione di cibo a basso consumo d’acqua.
I componenti base per una pianta in idrocoltura comprendono:
- il vaso di coltura, che conterrà la pianta con l’apparato radicale nel substrato di argilla espansa, consentendo attraverso delle fessure l’adeguato scambio idrico e nutrizionale;
- il portavaso o fioriera, di qualsiasi materiale, forma e colore, secondo i gusti personali e il contesto, purché a tenuta d’acqua;
- il nutrimento, granulare a scambio ionico con durata di 4/6 mesi oppure liquido da somministrare diluito nell’acqua ad ogni bagnatura mensile
- e l’indicatore di livello dell’acqua, la vera bacchetta magica del sistema, con tre tacche, per sapere sempre cosa fare.
Ma di quali piante da interno si sta parlando?
La coltura idroponica si applica bene a tutti i tipi di piante, seppure i migliori risultati si ottengano utilizzando quelle da appartamento a foglia verde, o comunque quelle con un apparato radicale robusto e dal rapido sviluppo: tra queste i Ficus, le Schefflere, le Aglaonema, le Sansevieria, i Pothos, i Philodendri e le Dracene e tra quelle fiorite, gli Hibiscus, gli Anthurium, le Orchidee, le Saint Paula e molte altre ancora. Anche i cactus e le piante grasse possono essere coltivate con questo sistema.
Per quanto riguarda la taglia delle piante, da tenere presente che si ha generalmente maggiore successo cominciando a coltivare in idrocoltura quelle di piccole dimensioni, o meglio ancora le talee radicate in acqua, che si adattano più facilmente al substrato di argilla espansa e alla costante presenza di umidità.
Quali sono i vantaggi della coltura idroponica?
Qui viene il piatto forte. L’eliminazione della terra comporta di per sé una serie interessante di vantaggi, tra cui maggiore pulizia e maggiore resistenza e salute per l’assenza di muffe, batteri ed altri parassiti che spesso si sviluppano proprio in presenza di terra con eccessiva umidità, dando anche origine a maleodori. Ci sarebbe tanto da dire, per cui meglio schematizzare:
SEMPLICITÀ: annaffiature mensili, nessuna necessità di rinvasi e pochissime cure – in più si sa esattamente quando e quanto bagnare e concimare.
RESISTENZA: maggiore salute e durata per l’assenza di agenti patogeni del terreno e per l’ossigenazione ottimale dell’apparato radicale.
PULIZIA: l’assenza di terra elimina sporco e processi di putrefazione, muffe e parassiti, con vantaggi anche in termini di assenza di cattivi odori.
ECONOMICITÀ: meno annaffiature e consumo d’acqua, oltre alla manutenzione semplificata.
PRATICITÀ: maggiore leggerezza, ovvero piante più facili da spostare e più sicure da posizionare su pavimenti e tappeti di pregio.
ESTETICA: piante sempreverdi da interno, ideali per spazi da vivere e godersi in qualunque stagione.
A questo punto, non ci resta che sciorinare anche l’ultimo vantaggio della coltura idroponica: le piante in idrocoltura sono meno vulnerabili a condizioni d’illuminazione non ottimale; non si spiegherebbe altrimenti la loro notevole diffusione nei paesi del nord Europa.
Insomma un piacere per chi le ospita e le usa per adornare i propri ambienti lavorativi e domestici, con addirittura la possibilità di partire in vacanza senza troppi rimorsi: verificando che alla nostra partenza il livello dell’acqua sia alla tacca più alta dell’indicatore, le troveremo come le abbiamo lasciate, anche dopo tre settimane.
Istruzioni per l’uso: da dove cominciare
Tenendo a mente che il periodo migliore per il passaggio dalla terra all’idrocoltura è la primavera, che corrisponde con la ripresa vegetativa della pianta, iniziare a crescere le proprie piante con coltura idroponica è semplice e accessibile a tutti. Ecco come procedere:
- Munirsi dei sette elementi indispensabili: il vaso di coltura, l’indicatore di livello dell’acqua, il substrato inerte (di solito argilla espansa, oppure pietrisco o ghiaia), il concime granulare a scambio ionico, il portavaso e, naturalmente, l’acqua e la pianta, possibilmente giovane;
- Sciacquare i sassolini di argilla espansa affinché risultino puliti da ogni residuo di terra;
- Prendere la pianta precedentemente coltivata in terra, rimuoverla dal vaso completa di radici, liberare queste ultime dalla terra, immergendole in acqua per alcune ore e risciacquandole poi con acqua pulita, e con la precauzione, prima del rinvaso nell’argilla, di potare quelle parti delle radici che si siano danneggiate durante l’operazione di lavaggio.
- Riempire il fondo del vaso di coltura di argilla espansa e riporvi la pianta a dimora per poi aggiungere argilla fino al bordo, a coprire interamente l’apparato radicale.
- Inserire la pianta con il suo vaso di coltura all’interno del vaso esterno o fioriera già corredato dall’indicatore di livello.
- Aggiungere acqua fino alla tacca intermedia dell’indicatore, che corrisponderà ad un livello di circa ¼ del vaso di coltura.
- Qualche settimana più tardi si aggiungerà nell’acqua anche il fertilizzante prescelto.
- A questo punto si dovrà fare attenzione di tenere la pianta in un ambiente con una temperatura compresa tra i 18 e i 25° C, specialmente durante i primi due mesi, rabboccando l’acqua con una cadenza di 3-4 settimane e aggiungendo fertilizzante circa ogni 6 mesi.
Per un’esperienza ancora più facile, è possibile acquistare in vivaio piante già coltivate in idrocoltura, che non avranno problemi di adattamento e saranno pronte per essere utilizzate.
Da Giardango si potrà scegliere in un’ampia selezione e ricevere miriadi di consigli preziosi dai nostri esperti guidati da Carlo Maria Braun, che si è occupato di questa tecnica colturale per ben oltre 30 anni, al punto da essere oggi considerato in Italia come il più grande esperto – vedasi anche l’articolo intervista pubblicato sul numero di Gennaio 2015 di Gardenia.