
16 Mar Siamo pronti a fronteggiare la stagione delle ruggini sulle foglie?
La primavera è a buon diritto considerata da molti come la stagione più bella: le giornate si allungano, l’aria si fa tiepida e la natura si risveglia. Insieme a tutta questa rinascita, la pioggia ci mette lo zampino, nel senso che il suo passaggio è spesso seguito dall’insorgere di strane macchie sulle foglie. Eh sì, perché oltre a noi, anche i funghi patogeni adorano questo clima tiepido-umido, dando origine alle famigerate malattie fungine che aggrediscono le piante.
Fra quelle che compaiono già in primavera si annoverano le ruggini riconoscibili immediatamente allorquando, sfiorando le foglie colpite, ci resta sulle dita una polvere marroncina (ma anche giallastra o aranciata), proprio come fosse ruggine.
Tante forme di ruggine per tante piante.
La ruggine quale malattia fungina fra le più diffuse può colpire tantissime piante diverse perché causata da numerosi agenti fungini che danno origine ai medesimi sintomi. Qualche esempio? Puccinia chrysanthemi, ruggine gialla del crisantemo; Phragmidium subcorticium, ruggine gialla della rosa; Uromyces caryophyllinus, la ruggine bruna del garofano; Puccinia recondita, ruggine bruna del frumento; … e così via.
Questi funghi sono in parte specie-specifici, cioè attaccano una sola specie vegetale, ma in parte no, potendone attaccare anche altre. Questo significa che praticamente quasi tutte le piante possono trovarsi coperte di pustole, dagli abeti ai peschi, dai gerani ai garofani, dalle rose alle clematidi, dal sedano al prezzemolo, dal grano alla segale …
La caratteristica comune è la polvere sulle mani
La presenza delle ruggini si nota con assoluta chiarezza, manifestandosi su foglie, steli e fiori, sotto forma delle caratteristiche pustole – depresse sul lato superiore e viceversa in rilievo e pulverulente su quello inferiore della parte colpita –, tondeggianti e di colore giallo, arancio o bruno. Sono costituite dagli organi riproduttivi del fungo, contenenti le spore (“semi”): sono proprio queste che, liberandosi al minimo sfioramento e volando nell’aria contagiano altre piante. Qualora sfregate con le mani, vi restano attaccate come polvere rugginosa – da cui la caratteristica designazione.
Col passare del tempo le pustole diventano sempre più scure, fino ad assumere un colore nerastro nella parte inferiore, mentre su quella superiore il tessuto vegetale si infossa sempre di più e si scolora. Le parti colpite, restano coperte di pustole e man mano si seccano: purtroppo, foglie e fiori non cadono dalla pianta, ma rimangono a perpetuare l’infezione. Nei casi più gravi, per esempio nelle piante erbacee, un attacco non curato ne causa la morte.
Quando è bene restare in massima allerta
La stagione preferita dalle ruggini è quella tipico dell’inizio della primavera: piogge frequenti, umidità nell’aria e temperature miti, comprese fra 18 e 24 °C. Quando poi l’aria si scalda e si secca, e le piogge scemano, generalmente tra fine maggio e metà giugno, le ruggini tornano “in letargo”: le spore infatti possiedono una capsula che le isola dal mondo ostile, ma che si scioglierà nuovamente fra settembre e ottobre, quando torneranno nuovamente le condizioni climatiche preferite da questi funghi.
La prevenzione è fondamentale
Le malattie fungine sono, tutto sommato, prevedibili e “monotone”, perché quasi tutte vengono favorite dagli stessi parametri ambientali. Se è vero che sulla pioggia, l’umidità atmosferica e la temperatura non si può intervenire, è altrettanto vero che sui fattori “meccanici” si può fare tantissimo! Permetteteci quindi qualche avvertimento:
- Attribuire sempre un perimetro attorno ad ogni esemplare, evitando eccessivo “assembramento”, ed evitare di bagnare il fogliame durante l’annaffiatura.
- Controllare spesso (almeno una volta a settimana) le proprie piante per scoprire sul nascere segnali di malattie, eliminando senza indugio le parti colpite e lavandosi subito le mani qualora si dovessero notare dei residui di ruggine.
Non riutilizzare mai il terriccio delle piante morte e, prima di riassegnare il vaso, lavarlo con candeggina al 2%.
- Infine, seguire il consiglio del giardiniere professionista rinforzando le piante non solo con la giusta dose di concime e di acqua,
ma anche con prodotti che le irrobustiscono come la propoli agraria. È anche un antibiotico naturale, quindi potenzia le piante sane e crea un ambiente sfavorevole all’attacco fungino.
Che fare se l’attacco è grave?
Se l’infezione fosse sfuggita di mano e le piante dovessero già presentare alcune pustole, trattarle subito con propoli, seguendo le istruzioni in etichetta.
Se le pustole dovessero coprire una superficie pari a metà della pianta, utilizzare bicarbonato di sodio agrario, zeolite, bentonite, polvere di roccia, sempre attenendovi all’etichetta.
Infine, se la situazione è veramente grave, con più di metà pianta colpita, ricorrete a un prodotto a base di sali di rame, per es. il solfato di rame.
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