Sull’origine del nome di Giardango e del suo logo

Il nome è nato in esattamente 12 minuti, domenica mattina 29 Giugno 2013, a Firenze …

Giardango Logo

Alla nascente avventura si è cercato di attribuire un nome allegro, facile da ricordare e da pronunciare e diverso dal solito, oltre che ben esemplificativo ed evocativo di ciò che si aveva in animo di conseguire.

Dopo un po’ di concentrazione e una piccola spremuta di meningi, è uscito tutto da solo, a voler marcare da subito la propria identità.

La radice Giard- è immediatamente riconducibile al giardinaggio, mentre la seconda parte ango si rifa all’an’ go, una forma colloquiale dell’and go inglese, col significato di “e vai”, visto come augurale e capace di veicolare l’immagine di azione e di dinamicità, a cui Giardango aspirava sin dalle prime battute.

Un volta propostolo, il nome appena nato fu definito da qualcuno come esotico, quasi che facesse pensare alla giungla equatoriale … un punto alquanto simpatico, anche perché da Giardango la giungla c’era davvero, come una grande distesa di piante in idrocoltura che, all’epoca, occupavano l’interezza della serra. Altri lo lessero invece come l’anagramma di Angolo di Giardino, che ovviamente rendeva pure benissimo, essendo un nostro obbiettivo quello di trasformare l’intera area in un vero e proprio angolo di giardino e di benessere naturale.

La fortuna ha poi voluto che il dominio www.giardango.it fosse ancora registrabile e che su Google non si trovasse ancora alcuna referenza – fatto sempre più raro di quei e di questi tempi.

… la creazione del logo è stata invece più sofferta, ma con un happy ending!

LOGO SCELTOFu un vero e proprio rompicapo quello di riuscire a soddisfare l’ambizione di pervenire ad un’immagine di particolare semplicità, dai pochi tratti e capace di offrire la percezione immediata delle attività di Giardango in campo orticolo, florovivaistico e di animaleria. Il logo doveva in più attirare le simpatie dei bambini e del pubblico femminile, che si prevedeva avrebbero costituito la base più ampia degli amici di Giardango.

E anche in questo caso, dopo almeno 3 mesi di estenuanti prove e riprove, ci venne incontro la fortuna nella forma di un disegno del grande Talus Taylor, il famoso illustratore dell’ancor più famoso Barbapapà, in cui troneggiava un bel fagiolo di color viola. La scintilla è subito scoccata: bastava aggiungervi 4 foglie soprastanti, come fossero delle falangi, con il fagiolo a fungere da polpastrello di un ipotetica orma di animale. Una scelta iniziale che avrà molti riflessi nei colori, nelle forme architettoniche e degli arredi, nei visual interni, nelle comunicazioni e in tante altre forme espressive.



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